Scale mobili

Scale Mobili
Autore: Lina Maria Ugolini
Copertina: Sara Forni
Editore: Splen edizioni
Anno: 2016
Età di lettura: Per tutti
«Il gradino si sollevò dal nastro metallico e si mosse. Non c’era nessuno a quell’ora eppure la scala salì ugualmente mentre l’altra, ad essa parallela scese, nel turno vuoto di una giostra triste».
Vogliamo offrire al lettore quest’immagine per introdurre le storie di una scrittura organizzata per incastri e piani paralleli. Base di partenza è la scena di un luogo che attende l’arrivo di alcuni esseri umani. Potrà essere un grande magazzino, una stazione, un aeroporto, la metropolitana. Spazi che il tempo della modernità ha riempito di scale mobili per concedere all’umanità un comodo servizio pubblico.

La gradualità insita in una scala può servire alla costruzione di una storia come la successione delle note all’invenzione della musica. Nell’impianto dinamico di questo libro di racconti paralleli, scale meccaniche, predisposte a eludere ogni fatica, ogni volontà da parte di chi le percorre, si rivelano indispensabili per gestire delle sincronie temporali in cui collocare le azioni, le parole, di personaggi colti nell’atto di scendere o salire, con lo scopo di tracciare tra le pagine lo spazio di un percorso che orienta e permette alla narrazione di presentarsi, scorrere e concludersi.

Scale mobili propone al lettore una sorta di domino narrativo programmato ad essere una metafora che appartiene all’esistenza. I gradini mobili ricevono le scarpe di uomini e di donne condannati a vivere, per gioco di tragedia o di commedia, la mancanza cronica di una speranza, di un’alternativa, che possa cambiare il corso delle rispettive vite. Su queste scale stanno un figlio schiavo dell’amore ossessivo di una madre, un barbone ubriaco, una donna malata, un’altra mai cresciuta, un politico e il proprio scrivano. La complicità del trasporto serve al maestro Arturo Contini e alla sua amante, asseconda la loro passione, la condanna e la punizione del tradimento, segue l’addio estremo di un amore tra due donne, il tutto nel ritmo di un ingranaggio che è segno di una comune sorte ineluttabile.

Lina Maria Ugolini