Il baule magico di Dodò

Il baule magico di Dodò

Un collage di arti in omaggio a Sangiorgi

Il compositore catanese, Alfredo Sangiorgi (1894-1962), raramente proposto nella città natale (ma ebbe vasta risonanza europea e a Vienna fu apprezzato da Schönberg), è stato al centro di una monografia musicale che raccoglie brani suoi - anche inediti - raccordati da autori moderni che ne continuano lo stile (sono Angela Arcidiacono, Giuseppe Cantone e Giovanni Ferrauto), su una trama narrativa (letta con affettuose suggestioni da Mariella Lo Giudice) ideata da una scrittrice, Lina Maria Ugolini che riesce a trasformare la parola in poesia e inserisce brani dello stesso compositore, della figlioletta Dodò, conservandone il magico stupore con i colori del tempo ritrovato: il tutto proposto da una formazione musicale di grande virtù, l'Offerta Musicale (Enrico Luca al flauto, Carmelo Dell'Acqua al clarinetto, Maurizio Salemi al violoncello, Graziella Concas e Riccardo Insolia al pianoforte, Mariapaola Marletta e Orazio Anastasi alle percussioni), diretta da Giovanni Ferrauto musicista raffinato e compositore di brioso genio moderno e dalle voci dalle lucide risonanze dei soprani Carmela Rita Lamicela, Daniela Rossello e Chiara Vyssia Ursino e dal mezzosoprano Francesca Aparo.

Il tutto proposto domenica scorsa al teatro Sangiorgi (fondato da Mario, padre del compositore, Cavaliere del Regno d'Italia assieme a Marconi) e con la presenza della stessa Dodò Sangiorgi, autrice del primo quadernetto musicato dal padre che alla fine è salita in scena, a completare l'omaggio al grande padre che a lei dedicava le sue note dodecafoniche per trasferirle presso le nuove generazioni: era avanti negli anni e voleva che il suo messaggio d'amore continuasse nel tempo: "Non cedere facilmenten / al primo giovanotto/ … scegli per te uno sposo /almeno di dieci anni / più vecchio di te…" Massime patriarcali, che la bimbetta di allora non poteva intendere e che ora si rifrangono assieme alle melodie per un secolo che cerca solidi valori dopo averne abbattuti i fondamenti. Sullo schermo le foto dell'epoca, di lei col cagnolino, dei disegni che le furono dedicati sul bauletto infantile che ha dato il titolo al programma ("Il baule magico di Dodò") attestando di quel paese della fanciullezza serena che oggi stiamo negando ai nostri piccoli.

Il baule magico di Dodò
Rendere conto in breve di tale serto di arti è impossibile: se ne puo indicare il tema conduttore che è la sapienza tonale, innovativa e la limpidezza melodica. Tra le strutture strumentali sofisticate emergono le canzoncine, i motivetti anche della tradizione siciliana e si riesce a comprendere l'ingegnoso incastro di ritmi e parole, di sentimenti e genialità che messi assieme creano una miracolosa cornucopia quale hanno i Tedeschi e noi non avevamo.

Questa creazione di vari autori, dal Maestro di inizio secolo ai compositori di oggi è davvero perfetta: mette assieme parole e musica, sentimenti e melodie; autori e ispirazioni per creare una continuità. Ascoltando le creazioni era difficile comprendere dove finiva Sangiorgi e dove iniziavano gli altri, in una bellissima rapsodia di diverse età ma di comune ispirazione. Il gioco della fantasia, suggerito dalle foto d'epoca, dai disegni fiabeschi, la favola di Cappuccetto Rosso e la storia matematica dell'uomo con sette mogli che andava a Camogli; il boogie woogie, e le prodezze liriche degne dell'opera classica: c'è soprattutto una ispirazione serenatrice della musica. Non poteva darsi migliore omaggio ad Alfredo Sangiorgi, né altri poteva idearlo meglio della Camerata polifonica che celebra i 25 anni della propria attività in cui genialità musicale e immaginazione fantasiosa hanno creato autentici capolavori.

Sergio Sciacca